Massimo Barzagli CIAO

a cura di Saretto Cincinelli

L’esposizione presenta il lavoro degli ultimi tre anni dell’artista, ed è articolata in tre grandi installazioni, quattro video proiezioni e un testo trasmesso da una fonte audio.

La prima installazione “il domatore di peluche” è composta da un polittico formato da otto opere dipinte su grandi teloni plastificati: impronte dipinte ad olio che come lo stesso titolo CIAO evocano, una certa atmosfera neorealista italiana. La seconda installazione è costituita da un gruppo di sculture in gesso colorato in impasto, attraversate da cinghie di vari colori usate per il sollevamento di materiali pesanti: impronte di mani e braccia declinate prevalentemente nei colori azzurro, rosa, giallo e verde. L’opera scultorea si configura come un relitto o meglio come un relitto di reperti. La terza grande opera, infine, si presenta come una grande caduta di mattoni colorati che mostrano in una delle proprie facce l’aggetto scultoreo di un uccello tra i rami che fuoriesce dalla sagoma del mattone caduto.

La fonte audio è un testo elaborato nel 2014, e presentato in forma di installazione sonora alla Biennale di Venezia di Rem Koolhaas all’interno della mostra “Mondo Italia”. Il testo -parte della collaborazione di Massimo Barzagli con Luisa Cortesi- si materializzava all’interno dello spazio dell’Arsenale come una struttura sonora architettonica della durata di 3 ore e 40, diffusa ininterrottamente durante il tempo dell’esposizione, anche questo testo tira in ballo, sia pur sarcasticamente, un atmosfera neorealista.

Le quattro videoproiezioni sono una variazione in 4 toni dello stesso filmato girato in Sardegna che mostra il frangersi di un onda su uno scoglio e – come ha notato Saretto Cincinelli – adombrano la citazione di un dipinto di Gustave Courbet, restituito tramite la variazione tonale di Andy Warhol.

Ciao è anche un’ accumulazione di impronte di fiori fuse in lastre di gesso dal colore naturale cui sono legati fiori di plastica con elastici colorati…

Il frangersi delle onde sullo scoglio, la diffusione del sonoro e le installazioni scultoree in forma di accumulo o relitto il galleggiare dei peluche non possono non assumere un valore allusivo e metaforico

Alberto Boatto concludeva in un bellissimo testo del 1994 su Massimo Barzagli con queste parole: gettare i fiori su questi volti assume il senso di un gesto di addio.