Stefano Di Stasio
- Losco Sacro

Stefano Di Stasio
Losco Sacro

A cura di Vittoria Coen
– 25.5.2023 - 25.7.2023

Il giorno 25 Maggio si inaugura la mostra personale di Stefano Di Stasio dal titolo Losco Sacro, titolo anche di uno dei lavori di grandi dimensioni che saranno esposti presso la Galleria Alessandro Bagnai di Firenze.
I capolavori, realizzati in olio su tela appositamente per la mostra, confermano l’incisivo contributo che Di Stasio ha dato e continua a dare da molto tempo alla valorizzazione della pittura rivisitata in chiave concettuale, così come nello stesso tempo, hanno fatto altri grandi artisti in Europa e negli Stati Uniti.
In risposta all’estenuarsi, alla fine degli anni settanta, di quella linea del rifiuto di dipingere in favore di esperienze legate maggiormente alla performance e all’installazione, la risposta di un gruppo di artisti, chiamati Anacronisti e/o Ipermanieristi, è stata quella di virare verso un recupero del “fare”, inteso come avventura intellettuale che guarda anche alla tradizione pittorica italiana.
La tecnica ad olio si sposa, dunque, con la contemporaneità, e guarda oltre le barriere dei preconcetti. Per Di Stasio, è il “come” ciò che conta, cioè una corrispondenza tra forma e contenuto, e si sviluppa in un mistero interpretativo che l’artista stesso è restio a svelare. 
Sogni, visioni, ricordi di vita, si intrecciano e lasciano al pubblico una libertà di interpretazione immediata e coinvolgente.
Lotta notturna e Responso sono alcuni dei titoli che evocano proprio questo indirizzo creativo nel quale figure che possono ricordare autoritratti, personaggi del mito, i suoi affetti, si intrecciano e dialogano con la natura, con architetture urbane, oggetti, infine, quelle geometrie che hanno costituito gli esordi della sua carriera, e che, oggi, Di Stasio, ha nuovamente inserito nella sua recente ricerca.

Stefano Di Stasio - Napoli, 1948.
Si trasferisce a Roma nel 1950, dove tuttora vive e lavora. I primi anni delle sue esperienze pittoriche risalgono al 1977 – 1978, anni nei quali espone, tra le altre, presso la Galleria La Tartaruga di Roma.

Scheda artista

Paolo Leonardo - Altri occhi

Paolo Leonardo
Altri occhi

30.4.2002 – 30.6.2022

“Concepisco tutto il mio lavoro come un insieme di frammenti, non mi interessa imporre nessuna visione, nessun discorso. Quei frammenti sono i bagliori della nostra vita, qualcosa che abbiamo strappato al flusso, e al di là dei frammenti qualcosa si esprime e si può rivelare: dietro queste schegge ci siamo noi, con noi stessi, con gli altri, con il mondo.”
P.L.

Altri occhi è anche il titolo del video, parte della mostra, realizzato in collaborazione con Daniele Gaglianone e accompagnato dalle musiche di Walter Magri. A partire dal 2009 Paolo Leonardo ha ricercato immagini di fotografi anonimi conservati in archivi privati, per lo più paesaggi, immagini fotografiche, sulle quali è intervenuto con la pittura, per la prima volta anche su tela. Egli agisce come ha spiegato in una recente intervista: “come un jazzista che parte da un tema fisso; lo riprende, lo deforma, lo trasforma, le immagini sono così consegnate a una nuova vita, ad altre dimensioni.” Al rosso acceso che infuocava i suoi paesaggi urbani, al giallo, all’oro che trasfiguravano le figure, le “modelle”, dei manifesti pubblicitari, sostituisce in questa nuova serie di opere, che definisce infatti quadri bianchi, il bianco e nero fino alla monocromia. La pittura, i colori con cui interviene sulle immagini fotografiche le sottraggono alla contingenza, donando loro una dimensione onirica che permette all’artista di far affiorare, ricordi personali esperienze e quello “splendore del vero”, che fu caro alla Nouvelle Vague, lo splendore di una bellezza restituita all’osservatore in frammenti, che procede attraverso sequenze. La pittura attraversa, cancella, rifonda, compiendo la sua funzione di rendere eterno ciò che eterno non è, di rendere durevoli i sentimenti, i ricordi, le esperienze che le immagini fotografiche catturano per un momento, aggiungendo alla storia delle stesse un prima e un dopo.

Paolo Leonardo - Torino, 1963.
La sua opera pittorica rappresenta una sfida nei confronti del sistema mediale contemporaneo ed una ricerca improntata sull’interazione tra pittura e fotografia.

Scheda artista

Gianni Dessì
- TERRA/TERRE


Gianni Dessì
TERRA/TERRE


16.10.2021 - 16.12.2021

“Un nuovo ciclo di lavori sotto un unico titolo.
Un riferimento a ciò che è basilare
univoco e inequivoco di una condizione…
Un precipitato nella pittura


nelle terre mosse del suo divenire.



 

L’azione del dipingere trova immagini
che affiorano e si dispongono alla visione



 

Due termini si incrociano, anzi tre

il colore delle terre e quello del verde

tutto sul bianco della tela tesa


 

Racconti dello scuro e della luce…
A compendio una faccia/ ritratto/ autoritratto

e un piccolo numero di terrecotte e crude


racconti terra terra di una terra:


la nostra.”

 

G. D.

Come si evince dal titolo e dal piccolo testo che l’artista ha scritto come introduzione, la mostra è un omaggio e insieme un’esortazione a non perdere il contatto con la terra, con la materia che condividiamo, con i due colori che la contraddistinguono e con la capacità di fioritura e rinascenza che questa continuamente ci indica.
Un ciclo di quadri, di grande e piccolo formato, accoglie il visitatore immergendolo nella continuità del flusso della pittura, dove ai gesti che la producono seguono possibili narrazioni colte nell’apparire. La mostra si completa con sculture realizzate in terre
cotte, crude, gesso e fibra d’agave.

Gianni Dessì - Roma, 1955.
Il suo lavoro è spesso connotato da impasti materici, da cui emergono immagini arcaiche: ellissi, rombi, simboli dell’infinito, occhi e spirali, fessure e semisfere popolano un panorama esoterico e straniante.

Scheda artista

STEFANO DI STASIO - Figure dell’incerto

STEFANO DI STASIO
Figure dell’incerto

A cura di Vittoria Coen - 15.5.2021

“Durante gli ultimi cento anni l’arte si è avventurata a rompere il giocattolo della pittura, per vedere cosa c’era dentro. Abbiamo capito, ma nel disincanto. Una linea è un segno, ma se descrive un’immagine, infiamma la visione”.
S. L.

Le opere sono state create appositamente per questo evento che vede un’interessantissima selezione di inediti. Sono esposti lavori realizzati, infatti, tra il 2019 e il 2020, di medie e grandi dimensioni che segnano una importante svolta nella sua ricerca e che si ricongiungono idealmente alle prime sperimentazioni degli anni ’70. L’arte è una “forza” senza tempo, pare dirci Di Stasio, che si serve della pittura, una bella pittura che non fa sconti alla improvvisazione e che racconta una vitale esperienza di ricerca che anche oggi appare totalmente libera dalle influenze e dalle mode momentanee. Essa sa guardare oltre il limite della tela e diventa fiaba, racconto, sogno, idealità. I lavori sono realizzati con grandissima e meticolosa attenzione ai dettagli, in un contrappunto di immagini e colori che dà origine al concerto “silenzioso” e a lungo meditato. …” la riappropriazione di qualche elemento astratto all’ interno della rappresentazione mi sta regalando un nuovo entusiasmo, qualcosa di sopito nella mia immaginazione, per molti anni tenuto a bada dalla necessità perversa di re-inventare il linguaggio figurativo della tradizione pre-moderna, ma che ora, nella costruzione del quadro, può intervenire e combinarsi con le figure e le scene consuete della mia pittura”. Così scrive Stefano Di Stasio nel suo testo pubblicato in catalogo, insieme al saggio introduttivo di Vittoria Coen. Nuove coordinate, ad esempio, un lavoro realizzato nel 2020, appare quasi come un manifesto della nuova svolta dell’artista: grandi cesure forti e dirette che esaltano le immagini senza confini di spazio e di tempo.

Stefano Di Stasio - Napoli, 1948.
Si trasferisce a Roma nel 1950, dove tuttora vive e lavora. I primi anni delle sue esperienze pittoriche risalgono al 1977 – 1978, anni nei quali espone, tra le altre, presso la Galleria La Tartaruga di Roma.

Scheda artista

present perfect

PRESENT PERFECT

Sandro Chia, Gianni Dessì, Massimo Barzagli,

Roberto Barni, Mario Schifano,

Mimmo Paladino, Rainer Fetting.

 

12.09.2020

“Il Present Perfect è usato per indicare un collegamento tra il presente e il passato. Il tempo dell’azione è prima di ora ma non è specificato, e noi siamo spesso più interessati al risultato rispetto all’azione in sé.”

Present Perfect, una mostra di opere che racchiudono, seppur sintetizzandolo, il lavoro svolto in oltre trent’anni.
 
Una mostra collettiva che rappresenta un parziale punto di vista sull’arte degli ultimi decenni, una “collezione” che ha come oggetto sette opere di grande formato di altrettanti artisti presenti nella Galleria: Sandro Chia, Gianni Dessì, Massimo Barzagli, Roberto Barni, Mario Schifano, Mimmo Paladino e Rainer Fetting.
 
Opere scelte a rappresentare un intimo e personale concetto di “fare arte”, un’azione che fa dialogare costantemente passato, presente e futuro. 

Da qui intendiamo ripartire per continuare la nostra riflessione, come ci impone la nostra storia.