
Ha iniziato a esporre nel 1986 e da allora, partecipando a importanti rassegne collettive, si è imposto come una delle voci più originali e mature della nuova pittura italiana, ora ironica ora lieve e smagata, eppure sempre impegnata in un confronto dialettico con i nuovi mezzi di produzione di immagini.
Sintesi di paesaggio e di figure, la pittura di Pusole attinge alla memoria come bacino iconografico, grazie al mezzo fotografico, e si struttura su più livelli interpretativi, dal naturale all’artificiale, dallo spazio al tempo. Ora ironica ora lieve, la pittura di Pusole si impegna in un confronto dialettico con i mezzi di produzione di immagini.
Piero Pizzi Cannella nasce a Rocca di Papa nel 1955 e comincia a dipingere da piccolissimo. Dal 1974 al 1977 frequenta il corso di pittura tenuto da Alberto Ziveri all’Accademia di Belle Arti di Roma e, contemporaneamente, s’iscrive al corso di Filosofia alla Sapienza.
La pittura di Pizzi Cannella si nutre di cose: la sua ricerca si concentra sulla figura umana, ma lo fa attraverso la rappresentazione di oggetti simbolici (strumenti musicali, anfore, ventagli, vestiti, sedie) che galleggiano sul piano della tela senza profondità . Il quadro diventa un pretesto per raccontare uno stato interiore, uno spazio di transizione, di quiete e di angoscia, dal quale affiorano sentimenti e sogni.
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