EP. 3 - MIRIAM MARAFIOTI

EP.3 - MIRIAM MARAFIOTI

HOUSE BOX

Sabato 17 Maggio inaugura il terzo progetto di BACHECA che presenta House Box, un’installazione site-specific realizzata da Miriam Marafioti (1996).

House Box (2025) è un’opera composita che indaga la configurazione dello spazio urbano. Marafioti rappresenta una realtà paesaggistica frammentata, non solo nella sua composizione, ma anche nel supporto: infatti, la tela si spacca e si distribuisce nello spazio come una catena architettonica. Questa frammentarietà è la stessa che contraddistingue molte aree popolari delle grandi città italiane, dove da tempo le amministrazioni comunali si impegnano per una ridefinizione urbana che punta più alla conquista del turismo d’eccellenza, piuttosto che a una vera riqualifica sociale del territorio.
Marafioti catapulta l’osservatore in una dimensione altra, dove attraverso l’utilizzo di tonalità molto brillanti e acide, talvolta invertite come nei negativi fotografici, riesce a restituire l’alienazione che questi luoghi, all’apparenza gentili e banali, possono provocare.


EP. 2 - OLIVIERO BIAGETTI

EP.2 - OLIVIERO BIAGETTI

WILL YOU STAY?

Will you stay? Installazione site-specific di Oliviero Biagetti a cura di BACHECA.

Oliviero Biagetti (1994) focalizza la sua ricerca sulla capacità del corpo di rispondere a un cambiamento, in particolare all’ascolto dei sintomi che questo comporta. Il sintomo è inteso come spettro, una turbolenza che se colta permette di entrare in contatto con la fragilità del corpo.

Will you stay è un’installazione che prende forma grazie all’interazione di sostanze chimiche che, sottoposte ad un cambiamento di stato e fatte reagire in uno spazio controllato, producono un’immagine sulla superficie della vetrina. La sua visibilità è precaria, legata al processo che l’ha generata, e sospesa tra materiale e immateriale, tra presenza e assenza.


EP. 1 - BACHECA x KEVIN NIGGELER

EP.1 - KEVIN NIGGELER

REVES

La prima installazione, Reves, è dedicata a Kevin Niggeler (Bergamo, 1993), artista nato a Bergamo da padre svizzero e madre messicana che vive e lavora a Milano. Niggeler sviluppa il suo linguaggio mescolando culture lontane: il risultato, tradotto prevalentemente attraverso la pittura a olio, riassume la complessità delle sue origini e delle sue fonti di ispirazione. Negli ultimi anni ha collaborato con Pilar Dominguez, incisora di fama internazionale, sperimentando la tecnica dell’acquaforte e dell’acquatinta.

 

Reves, in italiano Rovescio, è un concetto preso in prestito da un grande protagonista della letteratura italiana del Novecento, Antonio Tabucchi. Nel celebre racconto Il gioco del rovescio, parte dell’omonima raccolta, l’autore delinea il funzionamento di un gioco: a turno i partecipanti devono pronunciare una parola al contrario nel minor tempo possibile; chi ci riesce vince e così guadagna il privilegio di scegliere la parola che deve essere rovesciata dagli altri giocatori. Nel testo l’esercizio linguistico è una metafora dello sguardo laterale, capace di scovare le diverse conformazioni del reale.
Da qui il titolo dell’installazione che si declina in una scenografia teatrale: Niggeler indaga la relazione tra società e individui configurandola come una scena drammatica dove le maschere, di chiara ispirazione meso-americana, sono una sintesi del conflitto che ognuno di noi sperimenta con il proprio rovescio. Reves, come il racconto di Tabucchi, si fa metafora dell’interpretazione della realtà che, giocando con iconografie lontane tra loro che rimandano al mondo meso-americano e a quello greco-occidentale, invita alla riscoperta del proprio io in relazione a ciò che ci circonda.