Gianni Dessì
- TERRA/TERRE


Gianni Dessì
TERRA/TERRE


16.10.2021 - 16.12.2021

“Un nuovo ciclo di lavori sotto un unico titolo.
Un riferimento a ciò che è basilare
univoco e inequivoco di una condizione…
Un precipitato nella pittura


nelle terre mosse del suo divenire.



 

L’azione del dipingere trova immagini
che affiorano e si dispongono alla visione



 

Due termini si incrociano, anzi tre

il colore delle terre e quello del verde

tutto sul bianco della tela tesa


 

Racconti dello scuro e della luce…
A compendio una faccia/ ritratto/ autoritratto

e un piccolo numero di terrecotte e crude


racconti terra terra di una terra:


la nostra.”

 

G. D.

Come si evince dal titolo e dal piccolo testo che l’artista ha scritto come introduzione, la mostra è un omaggio e insieme un’esortazione a non perdere il contatto con la terra, con la materia che condividiamo, con i due colori che la contraddistinguono e con la capacità di fioritura e rinascenza che questa continuamente ci indica.
Un ciclo di quadri, di grande e piccolo formato, accoglie il visitatore immergendolo nella continuità del flusso della pittura, dove ai gesti che la producono seguono possibili narrazioni colte nell’apparire. La mostra si completa con sculture realizzate in terre
cotte, crude, gesso e fibra d’agave.

Gianni Dessì - Roma, 1955.
Il suo lavoro è spesso connotato da impasti materici, da cui emergono immagini arcaiche: ellissi, rombi, simboli dell’infinito, occhi e spirali, fessure e semisfere popolano un panorama esoterico e straniante.

Scheda artista

STEFANO DI STASIO - Figure dell’incerto

STEFANO DI STASIO
Figure dell’incerto

A cura di Vittoria Coen - 15.5.2021

“Durante gli ultimi cento anni l’arte si è avventurata a rompere il giocattolo della pittura, per vedere cosa c’era dentro. Abbiamo capito, ma nel disincanto. Una linea è un segno, ma se descrive un’immagine, infiamma la visione”.
S. L.

Le opere sono state create appositamente per questo evento che vede un’interessantissima selezione di inediti. Sono esposti lavori realizzati, infatti, tra il 2019 e il 2020, di medie e grandi dimensioni che segnano una importante svolta nella sua ricerca e che si ricongiungono idealmente alle prime sperimentazioni degli anni ’70. L’arte è una “forza” senza tempo, pare dirci Di Stasio, che si serve della pittura, una bella pittura che non fa sconti alla improvvisazione e che racconta una vitale esperienza di ricerca che anche oggi appare totalmente libera dalle influenze e dalle mode momentanee. Essa sa guardare oltre il limite della tela e diventa fiaba, racconto, sogno, idealità. I lavori sono realizzati con grandissima e meticolosa attenzione ai dettagli, in un contrappunto di immagini e colori che dà origine al concerto “silenzioso” e a lungo meditato. …” la riappropriazione di qualche elemento astratto all’ interno della rappresentazione mi sta regalando un nuovo entusiasmo, qualcosa di sopito nella mia immaginazione, per molti anni tenuto a bada dalla necessità perversa di re-inventare il linguaggio figurativo della tradizione pre-moderna, ma che ora, nella costruzione del quadro, può intervenire e combinarsi con le figure e le scene consuete della mia pittura”. Così scrive Stefano Di Stasio nel suo testo pubblicato in catalogo, insieme al saggio introduttivo di Vittoria Coen. Nuove coordinate, ad esempio, un lavoro realizzato nel 2020, appare quasi come un manifesto della nuova svolta dell’artista: grandi cesure forti e dirette che esaltano le immagini senza confini di spazio e di tempo.

Stefano Di Stasio - Napoli, 1948.
Si trasferisce a Roma nel 1950, dove tuttora vive e lavora. I primi anni delle sue esperienze pittoriche risalgono al 1977 – 1978, anni nei quali espone, tra le altre, presso la Galleria La Tartaruga di Roma.

Scheda artista