Rolando Deval | Nunzio
a cura di Vittoria Coen
Rolando Deval e Nunzio in dialogo tra loro, con materiali come legno, ferro, carta, nella grande sala della galleria, presentano alcune opere inedite.
Le opere di Nunzio sono “visioni”, occupano spazi celandone altri, li suggeriscono attraverso ferite di colore . Sono architetture che emergono dal pavimento o si aprono sulle pareti, ma come lui stesso dichiara, rispetto all’architettura – sono più libere perché non hanno funzione- solo un rapporto con il circostante che è rapporto con la natura da cui il legno delle sue opere proviene, seppure trasfigurato dalla combustione.
Il dialogo tra Nunzio e Rolando Deval si gioca proprio sul piano dell’occupazione dello spazio in relazione alla natura circostante da cui trae ispirazione.
Deval “disegna” geografie immaginarie con carta strappata a mano o ferro che sovrappone fino a creare rilievi e depressioni, archeologie mnemoniche.
Come Nunzio, Deval usa materiali poveri: ferro, carta che la sua mano rende preziosi attraverso il gesto. Così come l’operare dell’Uomo interagisce con l’esistente, Deval interagisce con lo spazio, trattenendo nelle sue opere il senso di caducità proprio della natura.