Anila Rubiku – Imagine the possibilities

In mostra 2 grandi polittici realizzati, fra l’Arizona e Milano, con la tecnica del ricamo su scampoli di pelle. Campioni delle pelli più pregiate per la tappezzeria di poltrone e divani, gentilmente forniti dalla ditta Moroso, su cui il ricamo segue il profilo del disegno. Per parte della realizzazione di queste opere Anila Rubiku si è servita, durante il suo work-shop all’ ASU Art Museum of Arizona della collaborazione degli studenti della Arizona State University. In mostra anche una serie di acqueforti, una installazione dal titolo Milano-Tokyo. A round trip comprendente 50 telai da ricamo recanti su lino scene che documentano il suo viaggio in Giappone, dove nel 2006 ha partecipato alla triennale di Echigo Tsumari e infine, sospeso, un modello di aero Cessna sulla cui fusoliera sono montati 6 piccoli monitor con relative animazioni, invito e testimonianza della sua necessità di conoscere attraverso il viaggio nuovi mondi e modi di esistere.

Il lavoro di Anila Rubiku é una forma di narrazione, è il racconto del suo personale percorso di ricerca, la messa in discussione della sua esistenza attraverso l’indagine dell’impatto che le esperienze umane, i sentimenti hanno sul luogo in cui si realizzano. La sessualità espressa esplicitamente, perde la sua connotazione propriamente erotica per divenire strumento di comprensione delle relazioni interpersonali del modo in cui queste si esplicitano a seconda del contesto socio-culturale, della latitudine geografica e quindi climatica, determinando fattori sociali come l’espansione urbanistica o la densità demografica: temi che l’artista indaga con sapiente ironia e traduce con sottili tratti di ricamo.

Il ricamo rimanda alle sue origini, alla terra da cui la Rubiku è partita: l’Albania, al ricordo di donne piegate su telai, intente nel loro lavoro; ricamare le permette attraverso una sorta di viaggio a ritroso di concepire il futuro, di immaginare delle possibilità, di non rimanere immobile, di dar corpo al suo nomadismo che la spinge a cercare sempre nuovi luoghi, nuovi modi di interpretare attraverso il suo lavoro la contemporaneità. “Perforare la carta – spiega la Rubiku- è un’azione senza ritorno da cui sempre bisogna ripartire…”