Piero Pizzi Cannella – Chinatown
In mostra l’ultima serie di opere dell’artista: sessantadue cartoni di medie dimensioni.
“Nell’era della globalizzazione – scrive Cesare Biasini Selvaggi nel testo che accompagna la mostra – l’ultimo, inedito ciclo di Pizzi Cannella, “Chinatown”, rappresenta un vero e proprio “invito al viaggio” (come recita il sottotitolo della mostra), cioè alla scoperta, o meglio, alla riscoperta delle origini del dialogo delle civiltà d’Oriente e d’Occidente. Pur essendo nate da principi e presupposti completamente diversi, nel corso della loro plurimillenaria storia, le più grandi culture del pianeta si sono infatti progressivamente avvicinate fino a contaminarsi tra loro in uno straordinario melting pot. Cioè in un crogiuolo dove si amalgamano elementi di diversa origine e natura (etnici, religiosi, culturali…) con esiti sorprendenti. Come documenta da oltre trent’anni il personalissimo percorso creativo di Pizzi Cannella, espresso attraverso un linguaggio raffinato ed enigmatico di segni criptici, di tracce simboliche ricorrenti dal significato quasi esoterico, come il gioiello, il fiore secco, la sedia, il ventaglio, la lucertola, dove si condensano metaforicamente la vita e l’essenza di un passato dimenticato, le nostalgie, i sogni e le memorie collettive di un presente contingente. Tracce di umanità vissuta che, a pensarci bene, sembrano uscite da uno spettacolo del teatro di ombre cinesi. Indizi che per aspetto, per eleganza formale e per rimandi simbolici, appaiono come la codificazione occidentalizzata degli affascinanti ideogrammi orientali. Sulle superfici delle opere in mostra Pizzi Cannella contrappone alla visione occidentale dello spazio, fisso e idealmente chiuso, quella del pittore cinese che volge costantemente lo sguardo all’infinito e traduce le sue forme in una danza fluida scandita dal respiro della libertà, prediligendo la poesia del non-finito rispetto alla cronaca, alla copia fedele del rappresentato. Così sui cartoni di “Chinatown” si assiste allo scorrere di segni dai tratti dinamici (con il ricorso frequente alla tecnica della macchia di colore), come per intrappolare in un’istantanea, particolari aspetti di una realtà intimamente soggettiva che tanto l’artista, quanto l’osservatore, sarebbero altrimenti incapaci di esprimere a parole”.
Il percorso espositivo si arricchisce di una serie di sessantadue fotografie, ognuna riproducente un’opera in mostra, ritoccate a mano da Pizzi Cannella.
Dopo Firenze la mostra itinererà: nella primavera 2011 andrà a Milano alla Fondazione Mudima per l’Arte Contemporanea, diretta da Gino Di Maggio; dopodiché, nell’autunno 2011, la mostra verrà presentata dal Lorand Hegyi al Musée d’Art Modern de Saint-Etienne in occasione della rassegna “cabinet du design”. Il libro/catalogo, edito dalla Fondazione Mudima per l’Arte Contemporanea di Milano, raccoglierà le tre mostre di Firenze, Milano, Saint-Etienne, diversi scritti e una serie di testi critici dedicati al lavoro del maestro Pizzi Cannella.